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""Protopìa" può essere tutto e l'assenza di tutto: dipende da come la si vuole interpretare. Il futuro è incerto, a maggior ragione dopo che il 2020 ci ha fatto comprendere che gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. Il futuro è fatto di due elementi: l'uomo e le sue creazioni. Da quando ha inventato la ruota, l'uomo ha cominciato a escogitare modi per evitare la fatica, aumentare la produzione di beni e servizi, scoprire o creare nuovi mondi. Alla soglia del XXI secolo si aprivano due variabili importanti: uno sviluppo tecnologico sempre più dirompente e una crescita demografica a tratti preoccupante, il tutto condito dalla consapevolezza che le antiche narrazioni, le utopie, stavano morendo, lasciando spazio a narrazioni della felicità sempre più atomizzate. Il rischio di un futuro distopico diventa sempre più palpabile. Viene quasi voglia di rimpiangere le vecchie narrazioni, così utopistiche da rasserenare gli animi. Eppure una chiave di lettura esiste: la Protopia. Partendo da una riflessione di Kevin Kelly, l'autore percorre la propria storia personale, assimilandola a quella di ognuno di noi."